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Habitat

[Eros Poeta]

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Last updated 1 year ago

[villaggio in degrado a Karavà, in prossimità delle celebri fonti di Amir Ali, isola di Kithira – 2018]

Ecologia proviene da “eikos”, che significa casa. Habitat ha una radice simile. In senso ecologico stretto dunque, l’essere umano è paragonabile ad una particolare specie animale, che come tale richiede uno specifico habitat per prosperare. Ciò è stato affrontato qualche decennio fa nelle acute osservazioni della cosiddetta “deep ecology”. Quando un animale avverte che il suo habitat è compromesso, e non dispone di risorse per correggere il problema, si muove alla ricerca di un nuovo luogo dove vivere. Lo stesso fa l’essere umano. Per noi però le cose sono ovviamente un po’ più complicate. Siamo gli unici animali nati “senza manuale d’istruzioni”. Così spesso i gusti personali, le abitudini, le tendenze culturali, differiscono tra loro da persona a persona, producendo spesso problemi di “condominio”.

Per aggirare il problema, fino al secolo scorso si adoperava una regola: ciascuno deve disporre di spazio e di terra sufficiente ad autosostentarsi. Ad esempio, sull’isola di Kithira, in Grecia, dove il team di Argo si è recato per perlustrazioni fondiarie in numerose occasioni, fino a pochissimo tempo fa vigeva ancora la regola secondo la quale per poter vivere in un paese era necessario possedere almeno 5 ettari di terreno in prossimità dell’abitato. Oggi l’isola è un luogo gravemente minacciato dallo spopolamento.

Un luogo ampio, protetto, con clima mite e risorse naturali generose è dunque il primo obiettivo, ma è forse anche il più impegnativo: gli attuali esperimenti di comunità ed ecovillaggi vedono spesso misure ben più esili, con spazi vitali razionati, e risorse materiali limitate. Il secondo obiettivo è quello di giungere ad un modello di antropizzazione che offra parimenti l’autosufficienza sociale e relazionale, in grado di conservarsi nel tempo ed evolvere accogliendo i nostri processi interiori e cambiamenti.